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60 e non sentirli di Marino Bartoletti

In occasione degli allora 60 anni… 1 anno fa

Per me, e glielo dico spesso, è sempre “Piolo”: cioè il conduttore di “Bim Bum Bam” in fondo un po’ timido, ma dalla chiacchiera già parecchio svelta di quarant’anni fa. Si faceva prendere amabilmente in giro da un improbabile pupazzo di cane, “Uan”. Ma da allora non sarebbe più successo.

Nel senso che gli ospiti, da quel momento in poi, li avrebbe presi in giro solo lui. Quasi sempre simpaticamente: a volte con una punta di perfidia. Ma in funzione di una colta leggerezza dalla quale non ha mai derogato.

Perché “Piolo” e cioè Paolo Bonolis che oggi compie 60 anni (in una divertente e per certi versi memorabile serata a Cortina convenimmo che era stato concepito alla fine delle Olimpiadi di Roma del 1960) ne sa tanta. È un uomo di profonda e vasta cultura (che non perde mai di vista, a costo di un pizzico di ostentazione): ma è anche una bestia televisiva di raro talento e di straordinaria leggiadria, fornito – oltre che di una parlantina leggendaria – di una prontezza di riflessi quasi irripetibile.

Da qualche parte ha una laurea. Non l’ha mai usata, ma certamente non l’ha mai rinnegata. A dodici anni era un ragazzino balbuziente: con l’esercizio – e questo gli fa onore – non solo è riuscito ad andare tranquillamente oltre, ma è entrato nel Guinness dei primati per aver pronunciato 332 parole in un solo minuto, recitando – pardon mitragliando – il primo capitolo dei “Promessi Sposi” (in realtà le parole erano state 335, ma il giudice ne he ritenute 3 “non pronunciate correttamente).

Fra le tante trasmissioni – rimbalzando da Rai a Mediaset – ne ha condotto e molto spesso ideato alcune passate autenticamente alla storia. In tutte ha messo la propria straordinaria energia, spesso la propria capacità di grande improvvisatore, sistematicamente la propria insaziabile creatività.

Gli ascolti lo hanno quasi sempre premiato: le critiche a volte un po’ meno. Ma è anche vero che all’ironico cinismo di un “Ciao Darwin” ha anche contrapposto piccoli gioielli come “Il senso della vita” nei quali la sua umanità è emersa senza mediazioni “artistiche”.

Non è difficile individuare i suoi maestri, o perlomeno i suoi ispiratori, soprattutto in Alberto Sordi e ancor più in Mario Riva. Che piaccia o no è arrivato a incollare al teleschermo anche dieci milioni di persone solo per vederlo aprire un pacco. A Sanremo, condotto due volte, ha sempre cercato di inventare e proporre qualcosa di diverso.

Ma si è anche dovuto misurare con prove durissime dal punto di vista umano e professionale: come quando nel 2005 dovette gestire una serata finale dettata dai tempi del ritorno in Italia della salma di un eroe come Nicola Calipari. E in quell’occasione non sbagliò né parole, né tempi, né misure. Conosco ben pochi suoi colleghi che avrebbero saputo gestire quella situazione con la stessa lucida e certamente emozionata efficacia.

La vita non gli ha risparmiato momenti difficili, che ha affrontato con amore e determinazione. Personalmente ho avuto prove importanti della sua lealtà e della sua amicizia. E – anche se altri hanno opinioni diverse – tanto mi basta per abbracciarlo non solo con affetto, ma anche con gli stessi sentimenti. Buon compleanno (ormai) Nonno “Piolo”

M. Bartoletti

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60 e non sentirli di Marino Bartoletti