Sei entrato in casa mia poco meno di un anno fa per propormi di essere tuo cliente
Da quel momento non sei entrato solo in casa mia, sei entrato prepotentemente nella mia vita, ed in quella di mia madre. Le è bastato sentire che conoscevi Mesagne, che ci eri stato, e lei ti aveva aperto il suo cuore.
Da allora stiamo cercando ancora il tempo per una cena a casa mia, ma, a quanto pare, non l’abbiamo trovato e non lo troveremo più.
Ti sei innamorato della nostra creatura, e ti stavi dannando l’anima perché decollasse, perché realizzassimo un sogno che era diventato anche il tuo.
Ciao Luigi
Scrivere queste poche righe mi riempie gli occhi di lacrime, ma mi dà nuova energia ad andare avanti.
Si, avanti, così come andavamo avanti ogni volta che ci si riuniva per discutere, sviluppare un’idea che avevamo. Non ti fermava nulla.
Questo è stato quello che mi ha fatto aprire la porta all’amico.
Eri un caterpillar, sopravvissuto alle tempeste della vita, come me, e questo ci faceva viaggiare sulla stessa lunghezza d’onda, su quella nostra lunghezza d’onda che hai deciso di lasciare completamente a me.
Ti giuro, per un attimo ho accarezzato l’idea di mandare tutto al diavolo: la serata a teatro, i contatti, il programma, ma poi, per 1 secondo, ho immaginato il tuo “vai a cag…”, ed ho realizzato che quello sarebbe stato il modo più sbagliato di dirti GRAZIE.
Io, Barbara, Sergio Bianchi, Sergio Sironi, Paolo siamo qui, tutti presenti, in prima linea per dirti ancora grazie, amico mio.
A Luigi Mariani, 5 Novembre 2016.
Mario Fantasia