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Amore Infinito di M. e N. Spadoni – Parte 1

AMORE INFINITO Romanzo breve di Marino e Noemi Spadoni – Parte 1

Introduzione

Non è la prima volta che pubblichiamo le testimonianze dirette di nostri colleghi di sventura o dei loro parenti.

Questo racconto è un piccolo romanzo in costume che attraversa 50 anni di storia di una famiglia della provincia italiana, e deve essere pubblicata perché è una grande storia d’amore.

Questa è una commovente storia d’amore dove la malattia c’è, ma non riesce a prendere completamente la scena. C’è, ma pur essendo molto ingombrante, Marino e Noemi SPADONI, autori e protagonisti, l’hanno tenuta in penombra come se fosse un quadro secondario di una grande scenografia, sempre presente ma sempre in secondo piano.

Ogni capitolo in cui è diviso questo piccolo gioiello è stato scritto a quattro mani nei giorni che vanno dal 28 marzo del 2020, durante il primo lockdown, al 3 aprile sempre del 2020, e pubblicato sulla loro pagina Facebook.

È TROPPO BELLO PERCHÉ RIMANESSE SOLO LÌ

Non abbiamo cambiato nulla di questa struttura. Abbiamo solo fatto in modo che lo si potesse pubblicare in due puntate sul nostro NEUROWEB Channel senza stravolgere la sua bellezza e la sua poesia.
BUONA LETTURA
La Redazione

Niente e nessuno ci impedirà di sorridere ed essere felici. Niente e nessuno ci ruberà la nostra vita. Buona e splendida serata a tutti voi.

Ciao cari amici.

TUTTO INIZIA COSÌ

Questi sono giorni difficili, molto difficili. Comunque dobbiamo trovare il modo per viverli più serenamente possibile per evitare paure e cattivi pensieri. Anche la fantasia può essere utile.
Ieri Noemi mi dice: facciamo un gioco. Ripercorriamo le nostre vite, facciamolo come se questo fosse il nostro primo incontro. Partiamo dai nostri tempi, da quando eravamo bambini ai giorni nostri.

Ogni giorno un periodo. Senza mai guardare l’orologio. Forse ci sarà utile per stare un po’ più sereni.
Noemi ed io auguriamo a tutti voi una buona, serena e fiduciosa giornata.
CIAO.

Certo che il vostro primo sguardo è rivolto ai miei orecchi e vi vedo tutti sorridenti. Però per il resto, già da bambino si intravedeva un futuro da “figo”. E nel crescere poi sono migliorato ancora.

CAPITOLO 1

I miei genitori erano contadini. Una categoria fantastica fatta di persone sane, genuine, laboriose. Si spezzavano la schiena lavorando notte e giorno pur vivendo in miseria. Ai miei tempi il primo giorno di scuola era sempre il primo ottobre.

Mi ricordo che quando mio padre mi accompagno ‘ disse al maestro “se è necessario menate pure, poi quando torna a casa lo aspetta altrettanto.” Non c’è stato mai bisogno. Mi ricordo che in prima elementare c’era una bambina bellissima. Si chiamava, spero si chiama perché non l’ho più rivista, SIMONETTA. Le volevo scrivere e chiesi a mia madre con quante T si scriveva il suo nome.

Mi ricordo anche che in quell’anno cominciai a tifare FIORENTINA. Non ho mai cambiato nonostante le poche soddisfazioni. Momenti indimenticabili che rimangono impressi nella mia mente.
Auguro a tutti voi, insieme a Noemi, una buona serata.
CIAO.

Era il 2 giugno del 1969. Il popolo viola festeggiava il suo secondo scudetto, e mentre Adriano Celentano cantava “azzurro” e Massimo Ranieri” rose rosse “, sotto il sole cocente di Bolzano, il Geniere Marino sfilava in occasione della Festa della Repubblica. Dopo tanto anni, questo giorno di festa, io e Noemi auguriamo a tutti voi di trascorrerlo serenamente e con felicità.

CAPITOLO 2

A 14 anni finita la scuola, per i figli di contadini continuare gli studi era quasi impossibile pur avendone le capacità; iniziai così la mia attività lavorativa e venni assunto come apprendista in una fabbrica metalmeccanica del mio paese. Eravamo ragazzi e ragazze, per la maggior parte ancora non ventenni.

Con il passare del tempo cominciammo a riflettere su alcuni problemi che avevamo di fronte. La paga oraria era di 15 lire, e 48 erano le ore settimanali di lavoro; mancava ogni diritto ed avevamo solo doveri: non eravamo più disponibile ad accettare questa situazione. Sto parlando del 1963. Cominciammo così una mobilitazione aziendale.

Incontri con il padrone, allora così veniva definito, scioperi e l’occupazione della fabbrica furono necessari per raggiungere i nostri obbiettivi. Aumento salariale, sabato festivo per gli apprendisti, assemblea di un’ora al mese all’interno della fabbrica retribuita e la nomina del rappresentante dei lavoratori furono i nostri traguardi.

Eravamo soddisfatti ed io orgoglioso di essere nominato da tutti i miei compagni, loro rappresentante. Quelli furono gli anni dove cominciai a crescere come uomo, dove dentro da me nasceva sempre più la consapevolezza che la classe operaia, insieme ai giovani, ai pensionati, potevano creare le condizioni per una vita migliore e più giusta.
Per oggi ci fermiamo qui e auguriamo a tutti voi una buona, serena e fiduciosa giornata.
CIAO.

Continua…