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Amore Infinito di M. e N. Spadoni – Parte 3

AMORE INFINITO Romanzo breve di Marino e Noemi Spadoni – Parte 3

INTRODUZIONE parte 2

Continua questa bella storia con i suoi alti e bassi nella nostra bella Italia dei 100 campanili ancora divisa fra un passato per nulla remoto ed un futuro che si sta velocemente scrivendo.

È l’Italia che si sta ricostruendo, che sta facendo un salto mortale carpiato nel domani tenendo ferme le proprie usanze e tradizioni. Compromesso difficile ma necessario negli anni ’70. Le grandi città sono animate da fenomeni grandi, irrazionali, quali, per esempio, le Brigate Rosse mentre le piccole comunità di provincia si trovano a fronteggiare le prime piccole, timide ribellioni generazionali.

Marino e Noemi per sposarsi hanno dovuto vincere la loro guerra generazionale.

Un traguardo è raggiunto ma non dimentichiamoci che la vita è una gigantesca montagna russa, ed anche Marino e Noemi hanno avuto ed hanno i loro vuoti d’aria, passando dalle vette più alte ed inarrivabili, alle valli più profonde.

Se non c’è un sentimento forte, inscalfibile quei sensi di vuoto possono soffocare chiunque.
Quel sentimento forte è l’amore, l’amore per la vita, e Marino e Noemi con la loro testimonianza ce ne hanno dato la dimostrazione.
Buona lettura
La Redazione.

MOMENTI BELLI VISSUTI IN FAMIGLIA

CAPITOLO 5

E la storia continua.
I giorni successivi al matrimonio, furono giorni colmi di felicità, di gioia, di voglia di vivere. Io cambio lavoro ed entro nella grande famiglia della CGIL. Poi il massimo della felicità. Il 6 gennaio del 1979 nasce Silvia.
Avevamo tutto. Non desideravamo altro.

E poi… poi sono successe delle cose che nessuno avrebbe potuto immaginare.
Erano i primi mesi del 1982 e nostra figlia ha cominciato a manifestare dei problemi. Sempre più pallida, sempre più stanca, febbre continua, sangue dal naso. Nel giugno dello stesso anno, la terribile notizia.
Silvia ha la LEUCEMIA.

Aveva poco più di tre anni. Il mondo ci crolla addosso. Ci si sente disperato, incredulo, te la prendi con tutti e con tutto. La cosa diventa ancora più complicata perché Noemi era al settimo mese di gravidanza ed una notizia del genere poteva creare grandi difficoltà per portare a termine il parto.
Silvia viene ricoverata immediatamente in ospedale, in una camera sterilizzata. Solo io per un mese potevo stare con lei.

Noemi veniva tutte le sere. Stava con noi 10 minuti e poi doveva forzatamente andarsene.
Credetemi amici, è durissima stare accanto ad una figlia sorridere per cercare di farla contenta e nello stesso piangere disperatamente al bagno o quando dorme. Ti si spezza il cuore.

I giorni non passavamo mai. Il pianto dei bambini delle parti accanto, ancora risuonano nella mia mente. Uno strazio. Finalmente il 26 luglio arriva una bella notizia. È nato Stefano. Nostro figlio.

Scoppio in un pianto disperato. Gioia e tristezza si mescolano insieme. Il conforto, il sorriso, la speranza dei medici e infermieri mi sono di grande aiuto. Ma il giorno più bello della mia vita e stato il 2 agosto. Entra il medico nella nostra camera e mi dice: abbiamo effettuato tutti gli esami a sua figlia. Risultano tutti negativi. PUÒ TORNARE A CASA.

Me lo sono fatto ripetere non so quante volte L’ho abbracciato tanto forte che credo di avergli fatto male. Sono scoppiato in un pianto liberatore. Poi in quei momenti arriva una telefonato. Quel giorno anche Noemi e Stefano venivano dimessi dall’ospedale.
Non credo che si debba dire quello che stavo provando in quei minuti, ma si può immaginare.

Arriviamo a casa e trovo l’incredibile. La casa piena di parenti e amici, lacrime di tanti che rigavano visi. Ma soprattutto vedo mia moglie con in braccio un bambinone di oltre 5 chili. Presi i miei figli alzandoli al cielo Insieme a Noemi ci abbracciamo forte forte.

Non riuscimmo a trattenere il pianto. Ma questa volta erano lacrime di gioia. Potevamo tornare a vivere, a fare progetti, a programmare la nostra vita. Non dimenticheremo mai i medici, gli infermieri, i nostri parenti, i tantissimi amici che in quei giorni tanto tristi ci sono stati sempre vicini. Anche per oggi finisce qui.
Io e Noemi auguriamo a tutti voi una buona e serena giornata.
RESTIAMO TUTTI A CASA.
CIAO.

L’ho cercata in una canzone, in una scena di un film d’amore. Ho scomodato poeti e scienziati, ma nessuno mi ha dato la giusta ispirazione. E allora te lo dico da solo, con un fiore. Ti AMO, tu per me sei l’unico amore. La cosa più bella che ho. Stai sicura che ma ti lascerò. In questa vita e un’altra vita, eternamente ti amerò.

CAPITOLO 6

E la storia continua.
Buon giorno Amici sono Noemi.
Il brutto periodo era passato. Noi non si chiedeva altro. La nostra famiglia era il tutto. Perché chiedere di più. Ma tutto questo duro troppo poco.

Era la primavera del 1984. Una mattina mi alzo. Non vedo. Sono completamente cieca. Immediato ricovero in ospedale e dimissioni dopo qualche giorno con la diagnosi di “infiammazione del nervo ottico” i nostri giorni tornarono ad essere sereni ma, con il passare del tempo, qualcosa non andava. Stanchezza, formicolio alle mani, mancanza di equilibrio, le gambe che non mi reggevano.

Per i medici ero una donna depressa, esaurita e allora giù con gocce e pasticche.
Tutto questo fino al 1993, quando un neurologo mi disse: “signora lei ha una SCLEROSI MULTIPLA SECONDARIAMENTE PROGRESSIVA“. Ci spiegò tutto della malattia dicendoci infine che a 50 anni potevo finire in carrozzina.
Di nuovo il mondo ti crolla addosso.

Saltano tutti i progetti. Ti vengono in mente mille perché. Mi assale la paura. Come farò, a vivere, sarò un peso per la mia famiglia, non ce la farò mai. Ma invece dentro di me scattò una molla che mi spinse a reagire. Ne parlammo in famiglia e con Marino, Silvia, e Stefano decidemmo di affrontare TUTTI INSIEME i problemi che questa terribile malattia mi avrebbe manifestato.

Aveva ragione purtroppo quel medico. I giorni passavano e la malattia colpiva sempre più forte. Continui ricoveri ospedalieri ma camminare diventava sempre più complicato. Dalla necessità di una mano per tenermi in equilibrio, al deambulare fino al 2009 quando la mia vita è finita in carrozzina.

Da allora non mi sono più rialzata, e forse non potrò più farlo. In tutti questi anni la famiglia è stata la mia salvezza. Non mi sono mai, dico mai, sentita sola. Marino mi ha sostituito in tutto. Dentro e fuori casa. Non mi ha fatto e non mi fa mai mancare niente.

Le studia tutte per cercare di stare allegra e serena. Ma sempre non ci si riesce. Ti vengono in mente i tanti sacrifici, le tante rinunce, la vita che poteva essere e non è. Allora non puoi non piangere. Senza farsi vedere, ma anche abbracciati insieme.

Una cosa di positivo in tutto questo però c’è stata e ancora c’è: AVER CAPITO IL VALORE DELLA VITA, L’IMPORTANZA DELL’AMORE, LA FORZA CHE DEVI AVERE PER ANDARE AVANTI, PER NON ARRENDERSI.
ED IO NON MI ARRENDERO’ MAI.

Non lo farò perché so che avrò con me, sempre con me Marino e tutta la mia famiglia accanto, avrò con me i tanti amici, reali e virtuali, che mi aiuteranno a superare tutte le difficoltà che la vita continuerà a presentarmi.

Anche per oggi, la finiamo qui, ringraziando tutti coloro che vorranno regalarci attenzione.
Insieme a Marino, auguro a tutti voi una serena e felice giornata.
RESTIAMO IN CASA.
CIAO.

Eppure anche questo anno che se ne sta andando, qualche momento di felicità e di serenità ce lo ha donato. Momento che abbiamo cercato, voluto desiderato, e alfine trovato. Ma il più bello, più importante, più gratificante, più esaltante è stato quello di avervi sentito sempre vicini. Lontani ma accanto a noi. E questo è risultato molto importante. Noi faremo tutto il possibile perché ciò duri nel tempo.

CAPITOLO 7

E la storia continua.
Passano gli anni, e mentre Noemi è costretta a convivere con la malattia, che picchia sempre più forte, io continuo il mio percorso lavorativo nella CGIL.

Qui ho avuto la straordinaria fortuna di aver conosciuto centinaia di persone fantastiche ed ognuna di loro mi ha dato un qualcosa per arricchire la mia vita, per renderla più serena e tranquilla.

Quel tipo di lavoro mi affascinava, mi coinvolgeva, mi appassionava. Non sono mai arrivato un minuto in ritardo in ufficio. Non ho mai guardato l’orologio per terminare la giornata lavorativa. Nei nostri uffici venivano persone dove l’appartenenza politica non aveva nessuna rilevanza perché i servizi che venivano dati erano eccellenti.

E il tempo passava e Noemi incontrava sempre più difficoltà. Prima di fermarsi del tutto, con la sua forza, con la sua grinta, con il suo coraggio, ha fatto DUE COSE STRAORDINARIE: ha cresciuti i nostri figli in modo esemplare e ha assistito i miei genitori fino alla fine con amore e passione.

Ogni giorno che passava, mi rendevo conto di aver avuto una grande fortuna averla incontrata. Poi la pensione è arrivata nel momento giusto, cioè nel momento in cui Noemi piano piano perdeva la possibilità di svolgere gli atti quotidiani della vita. Tutta la famiglia, ognuno nel proprio ruolo, le è stata vicina.
E questo sarà per sempre.

In questi anni, dietro la sua guida, ho imparato a fare tante cose: cucino, stiro, tengo in ordine la casa, vado a fare spesa. Assisto Noemi con tutto il mio amore. Cerco di renderla più serena possibile. Non sempre è facile perché la SM è una malattia terribile. Ti prende il corpo, ti obbliga a rinunce, sacrifici, ti stravolge la vita.

Noi staremo sempre insieme consapevoli dei momenti difficili che troveremo davanti a noi, ma anche certi che saremo in grado di affrontarli con forza e volontà fino in fondo, con amore e con coraggio.
Ecco siamo arrivati alla fine di questo racconto.

Siamo rimasti impressionati da quanti di voi sono interessati alla nostra storia. I vostri commenti ci hanno veramente commosso. Abbiamo ancora capito quanto è importante per noi la vostra amicizia. Sia quella reale che quella virtuale.

Noi faremo tutto il necessario perché questo duri per sempre. È stato impossibile rispondere ad ognuno di voi perché siete stati veramente in tanti. Però abbiamo letto, riletto, e rieleggeremo ancora i vostri scritti. Ed ogni volta sarà una emozione. Grazieeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee.

Noemi ed io auguriamo a tutti voi una serena e, speranzosa e felice giornata.
RESTIAMO IN CASA.
CIAO.

Il tempo passa ma i ricordi rimangono impressi nella nostra mente e non svaniscono mai.

ED ECCOCI QUI

È vero a noi la vita ci ha messo davanti a prove durissime, però è anche vero che se tanto ci ha tolto, tanto ci ha anche dato e ci darà ancora.
Se la vita stessa viene affrontata con forza e coraggio, se ci accontentiamo del necessario, se invidia, ipocrisia sogni inutili e irrealizzabili, se il prossimo fa parte di noi allora sarà tutto più semplice e nessuno ostacolo fermerà la nostra voglia di vivere.

Rinnovo i nostri SINCERI RINGRAZIAMENTI.
VORREMMO ABBRACCIARVI UNO AD UNO E VIRTUALMENTE LO FACCIAMO.
Noemi ed io auguriamo a tutti voi una serena, felice e speranzosa giornata.
CIAO.

Anche questa comunque è una occasione per ringraziarti per tutto quello che mi hai dato e che sicuramente mi darai.
Ti ringrazio per avermi amato, sopportato, capito, consigliato, incoraggiato.
Ti ringrazio per i tuoi sorrisi, per i tuoi sguardi per i tuoi capricci per le tante serate vissute in sfrenata allegria. Questo non solo è stato ma lo è ancora oggi e lo sarà per sempre.
TI AMO E TI AMERÒ PER TUTTA LA VITA.

…Fine