L’ OMS, cioè, l’ Organizzazione Mondiale della Sanità nel 1998 nella Dichiarazione Mondiale sulla Salute la salute stessa è intesa come una condizione di benessere fisico, psicologico e sociale.
Per cui il benessere corrisponde “allo stato emotivo, mentale, fisico, sociale e spirituale di ben-essere che consente alle persone di raggiungere e mantenere il loro potenziale personale nella società”.
Parlare di benessere implica di parlare di stile di vita: un vero e proprio paradigma che rende un soggetto soddisfatto o no della propria quotidianità.
Naturalmente la qualità della vita di tutti i soprattutto data dalla capacità di impiego del nostro tempo libero in attività ratificanti. Nel caso in cui il consideralo una persona
con disabilità ha un tempo libero vuoto, colmo di solitudine e noia, di conseguenza un’a bassa qualità della vita.
La nuova rubrica di NWC salute & benessere vuole essere un mondo per “educare” e dimostrare con articoli e testimonianze che:
“laddove il disabile ha l’impressione che la propria vita sia ricca di un vigore fisico, frutto anche di trattamenti abilitativi, riabilitativi e terapeutici idonei ed efficaci, di una serenità emotiva, di un contesto sociale, che favorisce l’evoluzione personale, che sostiene e incrementa i rapporti con gli altri individui, che non lede le prerogative personali e soprattutto che permette di esercitare il libero arbitrio, lì egli vivrà la sua disabilità come una diversa abilità.”(https://www.stateofmind.it/2014/04/qualita-vita-disabilita-tempo-libero-persona-disabile/)
Il nostro benessere dipende da noi.
Io ho imparato a trarre la mia forza dai miei limiti e che non c’è nulla che non possa fare, sicuramente con modi e tempi diversi, ma non mi fermo mai :sport terapie fisiche, vita sociale e scrivo sempre più, non solo libri.
Nel nel 1978, la Carta internazionale dell’Unesco, citata in Casalini (2008), dichiarava:
“Ogni essere umano ha il diritto fondamentale di accedere all’educazione fisica e allo sport, che sono indispensabili allo sviluppo della sua personalità. Condizioni particolari devono essere offerte ai giovani, compresi i bambini in età prescolare, alle persone anziane e ai disabili per permettere lo sviluppo integrale della loro personalità, grazie ai programmi di educazione fisica e di sport adattati ai loro bisogni”.
Vi invitiamo a seguirci e aver modo di conoscere e capire che il nostro stato di Benessere dipende solamente da noi.
La nostra nuova inchiesta per il mese di Novembre, dopo aver già parlato di disabilità e sport ma, in particolare, di riabilitazione abbiamo deciso di fare un altro lavoro di approfondimento su altri argomenti inerenti al nostro benessere personale.
Come dico io sempre: vivo una condizione di disabilità, ma ciò non mi impedisce di essere una donna che si ama e sa quanto vale.
Leggiamo le parole della nostra psicologa Giulia Maesano :
“Volevo aggiungere una piccola riflessione alle parole della mia amica e collega Viviana.
Nella mia tesi di laurea di scienze e tecniche psicologiche ( laurea conseguita nel 2014 alla LUMSA Roma) che tratta ,generalmente il vasto tema dell’impatto psicologico delle malattie neurodegenerative ,ci sono vari passaggi che fanno riferimento al benessere psicologico nelle malattie degenerative.
“
Come può esserci benessere nella malattia?
Inteso come esperienza soggettiva, il benessere in realtà riesce a trovare un proprio spazio anche in
luoghi apparentemente inospitali. Il sentirsi bene sopravvive anche in tali condizioni ; attraverso l’adattamento, le strategie di fronteggiamento, supporto sociale e
forme di ricostruzione della propria biografia di vita.”
“ il concetto di benessere non valuta e non si focalizza
sul livello di salute biofisica, ma considera la percezione personale, quanto e come il soggetto
percepisce la propria esistenza e se stesso.
In altre parole è il soggetto stesso, la percezione che l’individuo ha di sé a definire lo stato di salute
e/o di malattia del proprio corpo.
Quindi, spesso le persone malate dichiarano livelli e
qualità di soddisfazione per la vita migliori di persone in salute(Evans 1991).
In psicologia e sociologia questo concetto si chiama
disability paradox : paradosso per cui persone affette
da condizioni/malattie disabilitanti o limitanti ,cronicizzanti e degenerative al di là della loro gravità manifestano
benessere soggettivo, nonostante appunto la malattia .
Alcune spiegazioni a tale paradosso sono rintracciabili nell’adozione di meccanismi di
fronteggiamento adattamento e/o ricostruzione rispetto alle difficoltà , nella presenza di un
attivo supporto sociale .
L’ambiente in cui si vive ha un ruolo fondamentale e rende possibile mettere in atto una o più forme di reazione alla malattia.”
Si può stare bene nonostante tutto, nonostante le difficoltà, nonostante le esperienze negative e/o traumatiche, stare bene con se stessi, nel “qui e ora “…
Noi del team neuroweb channel abbiamo parlato di diverse attività che promuovono benessere,in primis le terapie riabilitative, la psicologia, lo sport e continueremo a farlo in questi giorni,parleremo con Emma di disabilità e nutrizione e tanto altro..
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Viviana Giglia