3 Dicembre: Giornata Internazionale del Diritto ad Essere Sé Stessi
Vi stupirebbe sapere quante giornate internazionali esistono, dedicate sia alle persone che ad alcuni eventi, sia ai diritti che ai santi, sia serie che divertenti. Esiste la giornata internazionale del bacio, quella della poesia, quella della risata. Esiste la giornata internazionale del malato di lebbra, degli angeli custodi, dei mancini, del rifiuto della miseria, dei diritti umani.
Oggi, 3 dicembre, dal 1981 è la giornata internazionale delle persone con disabilità, “come stabilito dal “Programma di azione mondiale per le persone disabili” adottato nel 1982 dall’Assemblea generale dell’ONU.
L’appuntamento annuale offre l’occasione per promuovere, in tutti gli ambiti sociali, il dialogo sul diritto degli individui ad una partecipazione piena ed attiva alla vita lavorativa, culturale, artistica e sportiva e costituisce un appuntamento strategico di portata internazionale per sensibilizzare l’opinione pubblica sui temi della pari dignità e sulla necessità di abbattere ogni tipo di barriera per porre in essere i cambiamenti necessari al miglioramento delle condizioni di vita delle persone con disabilità.”
La mia attenzione adesso si concentra, per ovvi motivi personali, sul mondo dei malati di sclerosi multipla, con diversi livelli e tipologie di disabilità (siamo tutti unici e speciali!). Tra i tanti diritti che ben conosciamo, sia perché se ne parla sempre, sia perché spesso restano desideri ancorati alle parole non riuscendo a trasformarsi in fatti concreti, a me ne viene in mente uno non citato, mai preso in considerazione, trascurato e, a prima vista, superfluo: il diritto alla bellezza.
Accostare la cruda realtà della disabilità (e la bruttezza di questa malattia) col diritto alla bellezza vi sembra dissonante, stonato, fuori luogo? Forse perché non avete mai riflettuto sui gesti che per molti di voi sono usuali nella vostra quotidianità: lavarvi, pettinarvi, vestirvi, magari velocemente, scegliendo cosa indossare e che accessori abbinare. Per molti disabili queste non sono scelte sempre personali, tutt’altro.
Per molti disabili ricevere aiuto per compiere le normali azioni quotidiane è già tutto ciò che possono avere, per cui devono ringraziare qualcuno, o pagare qualcuno. Figuriamoci ambire alla bellezza! Eppure, tutti aspiriamo alla bellezza, a vederci come desideriamo essere, a sentirci ammirati o almeno a nostro agio con noi stessi e con gli altri.
Tutti desideriamo apparire ordinati e belli, ognuno secondo il proprio gusto. Per un disabile con difficoltà serie e che non abbia qualcuno che lo ama con tutto il cuore, questo resta un desiderio irrealizzabile. Non potersi pettinare quando e come si vuole, non avere l’agilità di vestirsi come si vorrebbe, di truccarsi, di scegliere di essere bello, è frustrante, è umiliante, è svilente.
Può sembrare una stupidaggine, può sembrare una pretesa, ma a lungo andare questa frustrazione spersonalizzerebbe chiunque, privandolo della propria identità fatta di gusti e di espressioni.
Non è una privazione imposta da altri, è la malattia che pian piano limita sempre di più lo spazio e il modo in cui esprimere se stessi, ma sono convinta che resta un diritto inalienabile poter continuare ad essere chi siamo e chi vogliamo essere, non solo nell’ambiente in cui viviamo, ma anche nel modo di presentarci al mondo, nonostante tutte le limitazioni fisiche che questa malattia impone, nonostante il mondo sia spesso costruito solo per gli altri, nonostante gli altri.
Questa mia riflessione è un invito a considerare questo aspetto, cioè il diritto alla bellezza, sia per chi non ha mai pensato che è un dono che può essere sottratto dalla vita, sia per chi lo ha già perso e sogna di poterlo riconquistare.
Buona vita in bellezza!
Marilena Aiello
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