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Disabilità e l’utopia dell’inclusione lavorativa

In Italia solamente il 35,8% delle persone con disabilità hanno un’occupazione contro il 57,8% delle personenormodotate.” (https://inclusionjobday.com/disabilita-e-lavoro-in-italia-a-che-punto-siamo/)

Iniziamo proprio da questo dato a parlare proprio ai piccoli passi avanti, del nostro paese, sull’inclusione lavorativa delle persone con disabilità.

Il collocamento delle persone con disabilità è disciplinato dalla Legge del 12 marzo 1999, n. 68, recante “Norme per il diritto al lavoro dei disabili”. Questa disciplina ha la finalità di promuovere l’inserimento e l’integrazione nel mondo del lavoro delle persone diversamente abili attraverso servizi di sostegno e di collocamento mirato. Inoltre si rende noto che, ogni due anni, il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali presenta al Parlamento la Relazione sullo stato di attuazione della legge 12 marzo 1999, n. 68 (art. 21). Nel corso del tempo si sono susseguiti molteplici interventi legislativi, tra i quali va ricordato il Decreto Legislativo 14 settembre 2015, n. 151, che ha previsto la semplificazione delle procedure esistenti con l’obiettivo di sostenere l’inclusione socio-lavorativa  persondellee con disabilità.

Le linee guida in materia di collocamento mirato delle persone con disabilità (art. 1, D.Lgs. n. 151/2015) devono attenersi ai seguenti principi che tengono conto dei diversi soggetti coinvolti, valutando in maniera onnicomprensiva tutti gli aspetti attinenti all’inserimento. (…)

Infatti, il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali con Decreto n. 43 dell’11 marzo 2022 ha adottato le “Linee guida il materia di collocamento mirato delle persone con disabilità”, quale strumento di indirizzo e coordinamento a livello nazionale, così rinnovando l’impegno delle amministrazioni nel delineare un percorso di collaborazione e di condivisione inter-istituzionale funzionale ad un sistema di inclusione lavorativa più efficiente ed organico in tutto il Paese. “( https://www.cliclavoro.gov.it/pages/it/my_homepage/focus_on/tematiche/lavoratori_diversamente_abili/)

Nel maggio 2001, l’OMS ha adottato l’International Classification of Functioning, Disability and Health (ICF), ovvero la nuova “Classificazione internazionale del funzionamento, della salute e della disabilità”, tuttora in vigore in 191 Paesi del mondo. Tale classificazione permette la correlazione fra stato di salute e ambiente arrivando alla definizione di “disabilità come condizione di salute in un ambiente sfavorevole”.

Come è possibile notare a livello di leggi noi persone con disabilità siamo sempre molto più tutelati… InIn realtà è una cosa tipica.

La verità è che le parole in legge non hanno mai avuto valore se non vengono applicate.

Vi riporto un esempio reale con me come protagonista : nel mio comune (Licata), regione (Sicilia) le liste di collocamento speciali sono dette liste morte, io mi sono accorta per caso che, nonostante aggiornavo puntualmente i miei dati, per quasi 20 anni risultavo con la terza media. Non solo ma mai nessuno viene convocato.

Conosco personalmente persone che cambiando regione, residenza e quindi liste hanno trovato un impiego.

Sono sempre più convinta che che le leggi non sono uguali per tutti.

Viviana Giglia

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