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Facciamo informazione o diamo informazioni? di Mario Fantasia

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  • Categoria dell'articolo:M. Fantasia

Da Wikipedia:

“INFORMAZIONE: L’informazione è lo scambio di conoscenza tra due o più persone, all’interno di una comunità o nella società, nonché il significato che le persone coinvolte attribuiscono a tale conoscenza. È ciò che, per un osservatore o un recettore posto in una situazione in cui si hanno almeno due occorrenze possibili, supera un’incertezza e risolve un’alternativa, cioè sostituisce il noto all’ignoto, il certo all’incerto. In altre parole essa riguarda il contesto in cui i dati sono raccolti, la loro codifica in forma intelligibile ed in definitiva il significato attribuito a tali dati.”

Mai e poi mai mi sarei immaginato di parlare di queste cose (se non con gli amici a tavola, alla fine del pranzo di Natale o di Pasqua), visto il tempo che il lavoro mi portava via, ed il tipo di lavoro che faccio. Oggi sono qui a fare qualche riflessione in merito grazie alla presenza di SCLEROWEB, e alla conoscenza un po’ più approfondita che ho dovuto fare, mio malgrado, di un mondo che non conoscevo minimamente.

In questi giorni, per la realizzazione di un’idea che ci frulla in testa da circa due mesi, ho dovuto sentire diverse persone, alle quali ho chiesto, legittimamente, se avevano visitato il nostro canale web, e gli avevo gentilmente chiesto di darmi un giudizio su quello che avevano visto. Tralascio i giudizi positivi che abbiamo avuto perché non è il momento di auto incensarsi, e parlo di una piccola critica che mi è stata fatta da un addetto ai lavori che (sue parole) aveva fatto un rapido giro fra le nostre pagine. Durante la discussione è emerso che, secondo lui, siamo troppo sbilanciati nei confronti di una certa tesi.

La cosa non mi ha fatto piacere per tre motivi fondamentali:

  • Nella nostra pagina “Chi siamo”, abbiamo dichiarato molto esplicitamente di appoggiare la teoria del Prof. Zamboni e del Dott. Salvi, che stanno spostando l’ottica di studio di questa patologia, ma questo non ci disturba affatto nel trattare certi argomenti con tutti i pazienti, e con tutti gli specialisti del settore, di qualunque parrocchia loro facciano parte.
  • Fino ad ora abbiamo cercato di evitare scontri, litigi da ballatoio, polemiche sterili perché questo organo di informazione (ogni giorno che passa lo sta diventando sempre di più) non si rivolge ad una fetta di malati, o ad uno schieramento di medici. Se non si è capito questo, non ha senso continuare a guardare i programmi che abbiamo preparato e che stiamo preparando;
    Per il fatto che una critica così semplicistica sia stata mossa da un “addetto ai lavori”, da un medico che aveva visitato il sito in maniera superficiale su nostra sollecitazione.
  • Quindi, riepilogando, se ho la mia idea, che, per imparzialità, non propongo, ma solo perché l’ho esplicitata, non sono degno di essere letto o consultato, ed il mio interlocutore ha “grossi problemi personali” a darmi delle risposte perché le mie domande non gli piacciono.

Domanda un po’ polemica: ma se stessi male e malauguratamente mi dovessi rivolgere ad un medico del genere, questo signore, prima di mettere le sue conoscenze a disposizione della mia salute, mi chiede come la penso e mi fa l’esame delle mie tendenze politiche, ed in base alle risposte che do, se sono di suo gradimento decide di muoversi oppure meno?

Quindi tutto il lavoro che c’è alle spalle nella realizzazione di una cosa viene cancellato dall’essere sbilanciato verso un qualcuno piuttosto che verso l’altro?

Studiare una proposta da sottoporvi, realizzare un’idea, dargli un fine, un contesto, produrla, sono le fasi che compongono l’informazione.

A questo punto, a mio parere, sto facendo informazione, sto portando testimonianze, sto, come recita Wikipedia, “sostituendo il noto all’ignoto, il certo all’incerto”.

Altro caso. Molte pagine di Facebook continuano a proporre ricette, a volte imbarazzanti per la loro stupidità, “rivoluzionarie” sulla causa, la cura e la prevenzione di questa malattia choccante, sulla base del sentito dire, piuttosto che del verbo non disinteressato di blog, siti che non portano il benché minimo risultato di alcuno studio scientifico.

La certificazione di verità? IL FAMIGERATO LINK. Come se, dichiarando quello, abbiamo timbrato quanto riportato con il crisma della Verità. Il tutto con un semplice “copia/incolla”, molto spesso di tipo “ignorante (della serie: mi piace il titolo, ma non mi interessa leggere quello che c’è dentro l’articolo, e quindi lo riporto*).

Questo per me è un tentativo di dare informazioni, in maniera confusa e raffazzonata.

Fare informazione, o dare informazioni? Le differenze sono due semplici consonanti, ma che cambiano totalmente il significato della frase e la mole di lavoro che c’è dietro.

Noi preferiamo farla, seriamente e mettendoci la faccia, e a chi ci chiede se siamo sbilanciati, preferiamo rispondere “Si, verso il paziente”.

Mario Fantasia