Cos’è il Tai Chi?
Il Tai Chi è uno stile interno delle arti marziali cinesi, nato come tecnica di combattimento e praticato da secoli in Cina da giovani ed anziani, ma oggi conosciuto in occidente soprattutto come ginnastica e come tecnica di medicina preventiva.
Richiede un movimento continuo e lento con espressioni di moto da piccole a più ampie, lo spostamento del peso del corpo da unilaterale a bilaterale e movimenti circolari del tronco e delle estremità che coinvolgono contrazioni isometriche e isotoniche.
(https://www.my-personaltrainer.it/allenamento/tai-chi-effetti-benefici.html)
Il dottor Zibin Guo che studia il benessere e disabilità, docente all’università di Chattanooga in Tennessee e, in passato, consulente per le Paralimpiadi di Pechino 2008, ha messo a punto un programma di Tai-chi “da carrozzina”, pensato apposta per i disabili.
Questo nuovo metodo per praticare l’antichissima arte marziale orientale è stato descritto da Guo in numero della rivista Technology and Innovation – Proceedings of the National Academy of Inventors.
Sappiamo che la maggior parte delle barriere culturali e sociali sono ciò che impediscono troppo spesso ai disabili di partecipare ad attività di fitness. Il Tai-chi da sedia a rotelle può essere praticato da seduti e prevede esercizi semplici e a basso impatto per la parte superiore del corpo, integrando il movimento della carrozzina con i movimenti fluidi e leggeri del classico Tai-chi. Tutto questo può essere un grande beneficio in quanto risolleva lo spirito e dà ai disabili la sensazione di poter controllare meglio i propri movimenti nello spazio, afferma Guo. Il Tai-chi modificato per chi è in sedia al rotelle prevede 13 delle 24 posizioni della disciplina, che hanno soprattutto lo scopo di “trasformare” la carrozzina da un mezzo di assistenza a una persona in difficoltà a uno strumento per esprimersi e sentirsi meglio.
Apportando numerosi vantaggi.
Tutto ciò ha un impatto non sul benessere di chi pratica questa forma di Tai-chi, di è possibile vedere una dimostrazione su YouTube “Dancing in the chair”: «I disabili costretti in sedia a rotelle hanno una minore autostima e sono più sottoposti ad ammalarsi di depressione. Il Tai-chi è una disciplina con documentati benefici sulla salute e il benessere psicologico di chi lo pratica, è inoltre accessibile e a basso costo, in genere molto gradito a chi lo prova; per tutti questi motivi ho pensato di modificarlo per renderlo fruibile a chi ha deficit di movimento, sperando che si potessero ottenere gli stessi benefici»(spiega Guo). Infatti è così: la pratica di questa forma di Tai-chi prevede movimenti delle braccia, della schiena e del bacino che migliorano la circolazione e la mobilità della parte superiore del corpo. Sono esercizi lenti, che però rinforzano molto i diversi gruppi muscolari coinvolti migliorando resistenza e flessibilità della schiena, delle spalle e delle mbraccia. In pratica questa disciplina ha molti benefici sul benessere psicologico. In realtà
tutto questo ha indubbi vantaggi sull’autostima e l’umore di chi pratica il Tai-chi da sedia a rotelle.
Scusate ma non riesco più a credere che noi, persone disabili, non possiamo fare nulla.
Ho sempre sostenuto che NOI SIAMO SEMPRE LIBERI DI FARE CIÒ CHE VOGLIAMO MA DI FARLO SEMPLICEMENTE SECONDO I NOSTRI.
“… Questo non vale solo per i disabili o per lo meno tutti siamo disabili… nella mia classe di kung fu e taiji, c’è il ragazzo bravo ma timido tale da non riuscire a combattere… c’è il ragazzo infortunato al ginocchio… il ragazzino operato per piedi piatti… l’anziano ex istruttore di arti marziali… io… tutti hanno un limite. Tutti abbiamo un limite. La partita è sempre contro e verso noi stessi e i limiti che ci autoimponiamo. Questo avviene quando lasciamo che i gui prendano il sopravvento minando il nostro ming a pannaggio del nostro shen.”( Dottor Pietro Di Falco).
Naturalmente mi trovo pienamente d’accordo con il Dottor Di Falco, tutti siamo disabili. Tutti abbiamo dei limiti più o meno visibili, ma po:la nostra società contemporanea malata di “sano=perfezione” giudica, bullizza ed emargina persone come me. Il “diverso” da me,in tutto, in realtà spaventa per la poca conoscenza.
Io ho una piena consapevolezza di tutto ciò che ho (malattia) e limiti, non appartengo a quel 73%di persone con disabilità che non fanno nulla, neanche fisioterapia. Probabilmente sono proprio, queste, le persone che si autimpongono dei limiti sempre più legati alla paura di fare o peggio di non essere in grado di fare.
Sicuramente, viviamo in un mondo, un determinato periodo della nostra vita, in cui viviamo insieme ma ci lasciamo intossicare l’anima sia dal nostro interno sia dall’estero.
Tutti abbiamo il diritto, in qualsiasi momento e soprattutto a qualsiasi condizione ed età, di trovare il nostro benessere personale dove il benessere è definito infatti come “uno stato di totale benessere fisico, mentale e sociale” e non semplicemente “assenza di malattie o infermità”( OMS) , per questo motivo dobbiamo prendere atto che noi stessi siamo il nostro vero e proprio limite.
La verità è che le barriere sociali si vincono se non ci facciamo vincere da loro.
Viviana Giglia