Cari amici, bentrovati in questo nuovo appuntamento con la lettura del lunedì che oggi dedicheremo ai progetti dell’Agenda 2030 che riguardano anche il mondo della disabilità.
Molti di voi sono a conoscenza del progetto ONU denominato Agenda 2030, che abbiamo già menzionato in una precedente lettura del lunedì, ma per coloro che ne hanno soltanto sentito parlare, faremo una breve introduzione prima di analizzare i punti che ci riguardano di più.
Sul sito ufficiale leggiamo:
“L’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile è un programma d’azione per le persone, il pianeta e la prosperità sottoscritto nel settembre 2015 dai governi dei 193 Paesi membri dell’ONU.
Essa ingloba 17 Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile in un grande programma d’azione per un totale di 169 target o traguardi.
L’avvio ufficiale degli Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile ha coinciso con l’inizio del 2016, guidando il mondo sulla strada da percorrere nell’arco dei prossimi 15 anni: i Paesi, infatti, si sono impegnati a raggiungerli entro il 2030.”
Ciascun Paese viene valutato periodicamente in sede Onu, nonché da opinioni pubbliche nazionali e internazionali, valutandone il raggiungimento o meno di parametri quali i Goal, i Target e oltre 240 indicatori.
Sul sito dell’Alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile, leggiamo che l’Agenda 2030 è basata su cinque concetti chiave:
- Persone. Eliminare fame e povertà in tutte le forme, garantire dignità e uguaglianza.
- Prosperità. Garantire vite prospere e piene in armonia con la natura.
- Pace. Promuovere società pacifiche, giuste e inclusive.
- Partnership. Implementare l’Agenda attraverso solide partnership.
- Pianeta. Proteggere le risorse naturali e il clima del pianeta per le generazioni future.
Proprio in questi giorni, dal 4 al 20 ottobre 2022, si sta svolgendo la sesta edizione del Festival dello sviluppo sostenibile in tutta Italia, in rete e nel mondo, per proporre centinaia di iniziative: convegni, presentazioni di libri, mostre, film e molto altro ancora, al fine di diffondere la cultura dello sviluppo sostenibile e i principi dell’Agenda 2030 per realizzare quel cambiamento culturale e politico che consentirà all’Italia di centrare i 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile.
In 5 anni sono stati realizzati più di 3500 eventi tra convegni, seminari, workshop, mostre, spettacoli, eventi sportivi, presentazioni di libri, documentari e molto altro ancora, ma quale cambiamento si è concretizzato nella realtà? Purtroppo, nessuno degli obiettivi è stato finora raggiunto o completato da alcun Paese dei 193 sottoscrittori dell’Agenda 2030. Inoltre, la pandemia ha frenato, se non addirittura fermato, molti progetti già avviati.
L’Italia è in ritardo nel raggiungimento dei 17 obiettivi prefissati.
Nel rapporto ASVIS del 2022 si rilevano alcuni miglioramenti rispetto a 10 anni fa, come quelli in ambiti come la salute, la fame, l’educazione, l’uguaglianza di genere.
Dal 2019 al 2021 si è però evidenziato un peggioramento complessivo in altri obiettivi fondamentali: si è rilevato infatti un aumento delle disuguaglianze di reddito, una crescente difficoltà del sistema sanitario di rispondere alle esigenze dei cittadini, specialmente dei più deboli e un arretramento degli indicatori ambientali, in particolare quelli sul consumo di suolo e sulla gestione delle risorse idriche.
E le persone con disabilità?
Nella sola Unione Europea vi sono circa 87 milioni di persone con disabilità e il 37 % della popolazione dell’UE dai 15 anni in su ha limitazioni fisiche o sensoriali (moderate o gravi): persone che risultano più svantaggiate e per le quali sarà più difficile realizzare gli obiettivi prefissati nell’Agenda 2030, come l’ONU ha già evidenziato nel 2018.
Questi dati, che non possono in alcun modo essere sottovalutati, risultano dalla risoluzione 7.10.21 sulla protezione delle persone con disabilità, con la quale il Parlamento Europeo ha sottolineato l’esigenza di attuare in concreto la convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità (scaricabile in italiano sul sito dell’Osservatorio sulla disabilità) e garantire l’effettiva inclusione sociale, per avvicinarsi agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile.
Le proposte del Parlamento Europeo, in accordo sia con la suddetta convenzione ONU che con gli obiettivi dell’Agenda 2030, sono suddivise per settori e comprendono ogni aspetto della vita delle persone con disabilità: dal diritto alla vita indipendente, all’istruzione, all’accessibilità nei luoghi di lavoro e alla comunicazione in senso lato, dalla libera circolazione alla lotta ad ogni forma di discriminazione. Prima di tutto, è però necessario provvedere a una definizione comune di disabile e al riconoscimento reciproco del relativo status.
Nell’Agenda 2030 le persone con disabilità sono considerate parte integrante delle popolazioni che devono gestire e beneficiare dei risultati di questo sviluppo, ma possiamo trovare dei riferimenti espliciti nei seguenti obiettivi, che evidenziano, nel contrasto tra la situazione attuale (dati ASVIS) e l’obiettivo finale, quanta strada dovrà ancora essere costruita e percorsa per raggiungere quell’idea di futuro che tutti auspichiamo.
Obiettivo 1 e 2: Sconfiggere la povertà e la fame.
La quota di persone con disabilità che vive al di sotto della soglia di povertà nazionale o internazionale è più alta, e in alcuni casi doppia, rispetto a quella delle persone senza disabilità.
Obiettivo 3: Assicurare la salute e il benessere per tutti e per tutte le età.
L’accesso ai servizi sanitari rimane una sfida per le persone con disabilità, che in media hanno possibilità tre volte inferiori rispetto agli altri di ricevere le cure quando ne hanno bisogno. In Italia, tra le motivazioni alla base di questa carenza, per il 94% delle persone con disabilità che non hanno potuto accedere alle cure, sono i costi troppo elevati, la distanza eccessiva o i tempi di attesa troppo lunghi.
Obiettivo 4: Assicurare un’istruzione di qualità, equa ed inclusiva, e promuovere opportunità di apprendimento permanente per tutti.
Il 54% delle persone con disabilità è alfabetizzato, contro il 77% di quelle senza disabilità, e più del 10% è stato escluso dalla scuola a causa della sua disabilità.
Obiettivo 5: Raggiungere l’uguaglianza di genere di tutte le donne e le ragazze.
Molte disuguaglianze sono ancora maggiori per le donne, e per le donne con disabilità in particolare, poiché presentano rispetto agli uomini tre volte in più bisogni sanitari insoddisfatti e analfabetismo.
Obiettivo 6: Acqua pulita e servizi igienico-sanitari.
Garantire a tutti la disponibilità e la gestione sostenibile dell’acqua e delle strutture igienico-sanitarie.
I servizi igienico-sanitari sono inaccessibili per il 31% delle persone in sedia a rotelle, problema che impedisce loro di partecipare spesso alla vita sociale.
Obiettivo 7: Energia pulita e accessibile.
Assicurare a tutti l’accesso a sistemi di energia economici, affidabili, sostenibili e moderni.
La percentuale di abitazioni con accesso all’elettricità è più bassa rispetto a quella delle persone senza disabilità in 37 Paesi in via di sviluppo su 44, e in 17 Paesi meno del 50% delle abitazioni con persone disabili hanno accesso all’elettricità.
Obiettivo 8: Lavoro dignitoso e crescita economica.
Incentivare una crescita economica duratura, inclusiva e sostenibile, un’occupazione piena e produttiva ed un lavoro dignitoso per tutti.
Ma ad oggi, il tasso di occupazione delle persone con disabilità di 15 anni e oltre è quasi la metà di quello delle persone senza disabilità.
Obiettivo 9: Imprese, innovazione e infrastrutture.
In 14 Paesi solo il 19% delle persone con disabilità utilizza Internet (rispetto al 36% di quelle senza disabilità). Inoltre, più di un terzo dei portali web nazionali non è accessibile alle persone con disabilità.
Obiettivo 10: Ridurre le disuguaglianze all’interno e fra le Nazioni.
In alcuni Paesi, più del 50% delle persone con disabilità ha avuto esperienze di discriminazione. Il divario tra persone con disabilità e persone senza, non si evidenzia soltanto nella povertà, nell’accesso ai propri diritti quali istruzione, salute, benessere e realizzazione personale, ma anche a causa delle diverse politiche e leggi discriminatorie presenti ancora in alcuni Paesi per ciò che concerne il matrimonio, la capacità legale e la partecipazione politica.
Obiettivo 11: Città e comunità sostenibili
Rendere le città e gli insediamenti umani inclusivi, sicuri, duraturi e sostenibili. In alcuni Paesi più del 30% delle persone con disabilità considera i trasporti e gli spazi pubblici non accessibili. Anche trovare delle abitazioni adeguate alle loro esigenze non è semplice, soprattutto a causa delle barriere fisiche, della discriminazione e della mancanza di un sostegno da parte della comunità.
Obiettivo 13: Lotta contro il cambiamento climatico.
Questo è un obiettivo che interessa le persone con disabilità da vicino: in caso di calamità naturali, conflitti ed emergenze umanitarie, sono particolarmente vulnerabili, tanto che il 79% non sarebbe in grado di evacuare immediatamente senza difficoltà.
Obiettivo 16: Pace, giustizia e istituzioni solide.
Le persone con disabilità sono particolarmente esposte al rischio di violenza. Inoltre, in alcuni Paesi più del 90% delle persone con disabilità che necessita di consulenza legale non è in grado di riceverla.
Come possiamo constatare, il lavoro da fare è un lavoro da eroi ed è un lavoro che coinvolge tutti, iniziando già dalla scuola per creare e diffondere una nuova visione del mondo e del futuro, che sia inclusiva e sostenibile, che non dimentichi però di preservare i valori morali più elevati affidandoli fin da adesso alle nuove generazioni che sapranno coltivarli per costruire un mondo migliore.
In Italia, toccherà al nuovo Governo continuare la sfida iniziata nel 2016 e ci auguriamo che, con le inevitabili difficoltà, con gli imprevisti, gli inevitabili rallentamenti e nonostante l’incognita di una guerra che coinvolge più continenti e tutti gli Stati Europei, non si perda di vista la missione e non si lasci mai indietro nessuno.
Marilena Aiello
17-10-22
