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La lettura del lunedì, Ciao Fratello- Nereo bresolin

La lettura del lunedì – Ciao Fratello

PREMESSA

Il neurologo è solo la persona che dovrebbe darti il o i farmaci per farti guarire?

Molto spesso e volentieri non è così, perché fra medico e paziente si devono creare rapporti di fiducia che possono anche sfociare nell’amicizia.

La storia di quest’oggi porta in evidenza il rapporto che c’è stato fra un paziente , Bruno Guglielmo Kullman, e il suo neurologo, professor Nereo Bresolin il quale, incidentalmente, è stato il primo a diagnosticarmi la sclerosi multipla, nel lontano 2008.

 La Redazione

“Eccomi, Bruno, la presentazione del libretto l’hai già scritta anche se non merito molte delle cose belle che scrivi. Proverò a “presentare”.

Mi scrive Bruno:”… Ci tengo particolarmente alla Sua presentazione, in quanto il mio libretto è il risultato della stimolazione di una persona amica, una persona che mi ha conosciuto ed accompagnato dopo avermi fatto una diagnosi, che ha saputo essere , sempre, umile e leale e che dopo tanti anni continua ad essermi vicino.. Grazie per esserci, Prof ….”

Da tanti anni lavoro al Policlinico di Milano, un Ospedale ricco di tradizione e di prestigio, ho scritto tanti lavori scientifici, ho curato tanta gente, ho fatto credere a tanti giovani che la Ricerca e la Neurologia siano sufficientemente importanti per dedicare loro la parte migliore di noi stessi, ho cercato di dare entusiasmo, nella sofferenza e talora nella banalità del quotidiano.

Sono orgoglioso del lavoro che faccio, di essere un “Professore Universitario”, … anche se cerco sempre di non darlo a vedere. Talora anche i professori Universitari si imbattono in malattie e ancor più in Persone che li scuotono nelle loro certezze e li riportano all’impotenza dell’essere uomini terribilmente limitati. L’incontro con Bruno risale a tanto tempo fa, quando insegnavo alla Scuola degli Infermieri. Bruno era un ragazzo molto riservato, che “camminava male”. Gli ho chiesto se sapeva già tutto della sua malattia o se necessitava di aiuto. Ho lavorato a lungo con lui per capire cosa diavolo avesse e ci siamo riusciti dopo non pochi sforzi: distrofia muscolare da deficit di Calpaina 3, un enzima indispensabile perché il muscolo funzioni. E’ una malattia rara, subdola e progressiva che devasta il tessuto muscolare, ma che non sfiora nemmeno il cervello. E’ duro dover dire le cose come stanno ai pazienti e soprattutto anche a noi stessi: ho sempre creduto che solo il caso ci tiene da una parte della barricata, siamo tutti “pazienti”, l’ho sempre pensato.

Comunque Bruno ha dimostrato una dignità ed un coraggio nell’affrontare la vita che mi ha turbato nel più profondo: ha continuato a fare l’infermiere anche se tutto giocava a suo sfavore. Attualmente contro tutte le leggi della statica e, come direbbe lui sorridendo, dell’aerodinamica, resta in Pronto Soccorso, meglio noto come “la Caienna”. Immediatamente vengono in mente paragoni eroici dei soldati in prima linea, che Bruno non considererebbe neppure. In questo caso il discorso è più sottile: è la lotta della vita verso la non-vita, della Speranza verso la Disperazione.

Una volta ci siamo incontrati con Bruno davanti al Pronto Soccorso , dove c’è ancora un pianta bellissima di glicine in fiore: tutti e due vedevamo gli stessi fiori, godevamo della bella giornata di Primavera e tutti e due, soprattutto, sentivamo il profumo del glicine. E’ stato allora che ho detto a Bruno: “ fin che aspetti le staminali che ti cureranno, perché non passi il tempo a scrivere la tua vita, penso che ti possa servire per non tenerti sempre dentro tutto, e poi serve a darsi agli altri, ad aprirsi a condividere la sofferenza, ad aiutare …”, anzi credo di aver pensato così, ma di aver detto molto meno. L’obiezione che mi ricordo mi ha fatto Bruno è stata “ ma io non ho mai scritto niente di impegnativo”, e ancora una volta è stata la fiducia in me che l’ha convinto a scrivere.

Questo libro è un grande segno di fiducia anche nel medico che lo ha deluso perché non ha trovato la cura. Questo libro è un grande segno di amicizia e di condivisione nei miei confronti e nei confronti di tutti coloro che soffrono e che sono vivi. Anche i medici soffrono e non sempre sono vivi. Grazie Bruno per quello che sei e per quello che fai, per dimostrare con una ineguagliabile forza di volontà che esiste ancora il piacere sottile della vita che ci farà incontrare sotto la pianta di glicine fiorita ancora la prossima Primavera”.

Nereo Bresolin

Caro Nereo, Amico e mio mentore,

è triste sapere che ci hai lasciato questa mattina. Un momento che sapevo sarebbe arrivato, ma non per questo meno doloroso. Sai, oggi i glicini cominciano a fiorire e quello davanti al Pronto Soccorso è stato abbattuto per ristrutturare la facciata.

Le cose belle finiscono col lasciarci, ma il loro ricordo sopravvive per quanto sono state capaci di regalarci.

La tua umanità ed umiltà sono state sicuramente un punto di riferimento per tanti di noi, laddove il camice bianco a volte aiuta a confondere la persona con la malattia.

“La persona prima di tutto” mi insegnavi mentre ascoltavo da dietro il banco le tue lezioni di neurologia e ho cercato di farne tesoro.

E queste persone sono il motivo per cui mi hai spinto a scrivere il libro, di cui sopra la prefazione, e a costituire AICa3 onlus per sostenere la ricerca sulla distrofia muscolare.

Hai sempre visto in me le potenzialità e non i limiti causati dalla malattia, fin da quando ero studente, sostenendomi anche nella mia scelta professionale.

Spero di cuore che la gran parte degli studenti a cui hai insegnato, colleghi e collaboratori, nonché persone malate abbiano recepito l’importanza del Testimone che hai cercato di passargli.

Io l’ho fatto, l‘ho preso e lo tengo stretto nell’attesa di incontrarti sotto un altro glicine in un’altra vita.

Ciao Fratello
Bruno

Bruno Guglielmo Kullmann