… di musica, di emozioni e di ricordi
Con oggi parte una nuova rubrica, che rientra a giusta ragione nella lettura del lunedì: la nostra vita nelle nostre canzoni. Sarà un modo per ricordare i nostri anni ’70, ’80, ’90, 2000, ecc.., e lo faremo principalmente con i brani italiani di un certo spessore e di certi autori.
Saranno brani che chi li ricorderà farà un salto nel tempo, nei vari capitoli della sua vita.
Per chi non li conoscerà sarà invece l’occasione per avvicinarsi e immaginare che anni potevano essere quelli in cui questi pezzi sono stati scritti ed hanno avuto successo, insieme ai loro autori . A chi avrà la pazienza di arrivare fino in fondo all’articolo dliamo la possibilità di ascoltare questi brani.
Speriamo che sia di vostro gradimento questa collana.
Buon bungee jumping fra i sentimenti.
La Redazione
PESCATORE (1980) – Pierangelo Bertoli

Pierangelo Bertoli è il cantautore italiano autore del brano di oggi.
Cantautore emiliano nato a Sassuolo il 5 novembre del 1942 e morto a Modena il 7 ottobre, 60 anni dopo.
Considerato un vero e proprio “cantastorie’’ e una voce sincera della sua terra, Bertoli fu una figura emblematica della canzone d’autore italiana dagli anni settanta ai primi anni 2000, spaziando dalla musica popolare al rock, con testi diretti e densi di riferimenti sociali e politici. Di lui è stato scritto che «l’immediatezza dei messaggi e la sincerità dell’ispirazione sono la peculiarità delle sue composizioni; la denuncia sociale, ora più meditata ora più aggressiva, connota il suo modo di raccontare l’uomo e il tempo in cui vive. Non ci sono coinvolgimenti nel consumismo del mercato, semmai una rabbia autentica certo non più attuale nel dilagante qualunquismo, frutto anche della maggiore sensibilità che egli ha come portatore di handicap» (venne colpito dalla poliomielite durante l’infanzia.)
Pierangelo Bertoli è stato paragonato ai celebri compositori di ballate politiche popolari del passato, erede di una tradizione a cui appartenne, per esempio, l’anarchico Pietro Gori.
Il testo
LUI
Getta le tue reti
Buona pesca ci sarà
E canta le tue canzoni
Che burrasca calmerà
Pensa, pensa al tuo bambino
Al saluto che ti mandò
E tua moglie sveglia di buon mattino
Con Dio di te parlò
Con Dio di te parlò
LEI
Dimmi, dimmi, mio Signore
Dimmi che tornerà
L’uomo mio difendi dal mare
Dai pericoli che troverà
Troppo giovane son io
Ed il nero è un triste colore
La mia pelle bianca e profumata
Ha bisogno di carezze ancora
Ha bisogno di carezze ora
LUI
Pesca, forza, tira, pescatore
Pesca, non ti fermare
Poco pesce nella rete
Lunghi giorni in mezzo al mare
Mare che non t’ha mai dato tanto
Mare che fa bestemmiare
Quando la sua furia diventa grande
E la sua onda è un gigante
La sua onda è un gigante
LEI
Dimmi, dimmi, mio Signore
Dimmi se tornerà
Quell’uomo che sento meno mio
Ed un altro mi sorride già
Scaccialo dalla mia mente
Non indurmi nel peccato
Un brivido sento quando mi guarda
E una rosa egli m’ ha dato
Una rosa lui m’ha dato
Rosa rossa pegno d’amore
Rosa rossa malaspina
Nel silenzio della notte ora
La mia bocca gli è vicina
No, per Dio, non farlo tornare
Dillo tu al mare
È troppo forte questa catena
Io non la voglio spezzare
Io non la voglio spezzare
LUI
Pesca, forza, tira, pescatore
Pesca non ti fermare
Anche quando l’onda ti solleva forte
E ti toglie dal tuo pensare
E ti spazza via come foglia al vento
Che vien voglia di lasciarsi andare
Più leggero nel suo abbraccio forte
Ma è così cattiva poi la morte
È così cattiva poi la morte
LEI
Dimmi, dimmi, mio Signore
Dimmi che tornerà
Quell’uomo che sento l’uomo mio
Quell’uomo che non saprà
Che non saprà di me
Di lui e delle sue promesse vane
Di una rosa rossa qui tra le mie dita
Di una storia nata già finita
Di una storia nata già finita
LUI
Pesca, forza, tira, pescatore
Pesca, non ti fermare
Poco pesce nella rete
Lunghi giorni in mezzo al mare
Mare che non t’ha mai dato tanto
Mare che fa bestemmiare
E si placa e tace senza resa
E ti aspetta per ricominciare
E ti aspetta per ricominciare