L’attenzione alla Microcircolazione (parte 2 “la storia del bidet”) di Dr. Nicola Dacomo (Fisioterapista Terapista della Riabilitazione Divulgatore Scientifico)
Rieccoci ad approfondire le meraviglie del Microcircolo. La settimana scorsa ci siamo lasciati dopo aver compreso che il Microcircolo è ovunque, permea qualsiasi angolo del nostro organismo, nutre le cellule, e porta via i “rifiuti” del metabolismo delle cellule stesse.
Oggi vi spiegherò cosa c’entra nelle patologie neurodegenerative la Microcircolazione. ATTENZIONE: faccio Divulgazione Scientifica da almeno 15 anni a questa parte e conosco l’analfabetismo funzionale delle “malelingue”, per cui, lo spiego a “prova di coccio” La Microcircolazione c’entra in TUTTI i processi vitali. Questo NON significa che la Microcircolazione sia la causa di tutti i mali, ma che è quasi sempre implicata nel 95% delle patologie, o come attore principale, o come concausa, od in conseguenza della patologia principale.
A questo punto entriamo nel vivo, e cerchiamo di spiegare QUANTO è importante! Al minuto 1:00 di questo video possiamo vedere proprio i “vasa-vasorum” di cui avevamo parlato la volta scorsa. In questo caso spiegano la cosa nel contesto delle patologie arterosclerotiche, ma non è difficile comprendere che, quando la parete di un vaso degenera è difficile che riesca a funzionare bene lo stesso, come niente fosse… [per approfondimenti può essere d’aiuto anche Wikipedia: https://it.wikipedia.org/wiki/Vasa_vasorum
In letteratura medica, possiamo leggere, già da 10 anni a questa parte (sic!) che si è notata una correlazione tra aree di degenerazione nell’encefalo, e problemi del microcircolo: in un articolo pubblicato su Archives of Neurology, due studiosi (Ge Y, Zohrabian VM, Grossman RI. del Dipartimento di Radiologia del Centro Immagini Biomediche di New York) scrivono che hanno effettuato una Risonanza Magnetica a 7 Tesla su delle pazienti affette da Sclerosi Multipla ed hanno concluso che: “Questi risultati, che non sono mai stati mostrati su esami di risonanza magnetica a 3 Tesla, non solo consentono l’evidenza diretta della patogenesi vascolare nella SM in vivo ma hanno anche importanti implicazioni per il monitoraggio dell’attività della lesione e della risposta terapeutica”.
In pratica dicono che, laddove ci sono delle lesioni c’è una compromissione del microcircolo, A mio avviso l’affermazione è importante ma non svela se nasce prima l’uovo o la gallina… Mi spiego meglio: si potrebbe dire che laddove il microcircolo viene compromesso, si formano le lesioni, ma si potrebbe anche dire che laddove ci sono le lesioni, il microcircolo non riesce più a funzionare… Se fossimo in partita, diremmo: 1 a 1, palla al centro!
In questo contesto, però, appare chiaro che, fosse la causa, o fosse l’effetto, poco importa… Conoscete cellule che possono vivere senza nutrimento e senza drenaggio dei loro rifiuti? Io No! Per cui, che sia una causa o una conseguenza della patologia, siamo Tutti d’accordo che È MEGLIO che il Microcircolo funzioni! Ok???
Se ci preoccupiamo del Microcircolo, dobbiamo preoccuparcene sempre… non solo quando da problemi conclamati. Il Microcircolo rappresenta per l’organismo quel che rappresentano le radici per una pianta. Non è che, se una radice soffre, automaticamente l’albero muore. Spesso (ed è la genesi di insorgenza della gran parte delle malattie) il problema nasce piccolo piccolo.
Qualcosa non funziona… qualcosa che non funziona fa funzionare peggio qualcos’altro… Qualcosa che non funziona più bene va a finire che muore, e magari non ce ne accorgiamo perché c’è qualcosa che fa il suo lavoro, silenziosamente, al posto suo (basta pensare a quelli che, d’un tratto, scoprono che hanno un rene che non funziona più… si trovano lo specialista che gli dice: il tuo rene è morto, dobbiamo toglierlo… A poco serve evidenziare che non ce ne eravamo accorti… Nel frattempo il rene “sano” ha cercato di fare tutto il resto, anche il lavoro di quello morto.
Ora, nella Sclerosi Multipla si parla spesso del problema CCSVI… c’è? …non c’è? I sostenitori pensano che sia Molto importante per la salute del malato di SM che tutto quel “che si può” si riesca a farlo funzionare meglio. I detrattori di questa chiave di lettura la pensano diversamente.
Ma, pensiamo un attimo ad un “bidet”. Sì, proprio ad un bidet! Il nostro encefalo è immerso nel liquido, e si vorrebbe fosse pulito, ricco di sostanze buone, senza sostanze cattive…. Un pò come se quel liquido fosse l’acqua nel bidet.
Ma ora pensiamo ad un encefalo immerso in un liquido sporco… ricco degli scarti di tutte le cellule… e magari con qualche sostanza non buona che si è infilata per sbaglio. Ecco… a questo punto capite che l’acqua è sporca, e volete cambiarla… Proviamo a farlo senza togliere il tappo del bidet? Dai, su, provate! Fate questo esperimento.
Provate a lasciare andare l’acqua corrente, sperando che l’acqua si cambi nel bidet senza togliere il tappo… (anche se nel frattempo… più lo sporco ristagna, più incrosta le pareti del bidet). Provato? Fatto? Com’è venuto l’esperimento? Ecco… pensate al sistema di scarico del liquido dall’encefalo (sangue) che non riesce a defluire correttamente (vene carotidee) e che, di conseguenza, non riesce ad “accettare” nuovo liquido pulito (sangue arterioso) nelle sue cavità. Essì… sicuramente è un problema! Se lo scarico (vene) non funziona.
Non può lasciare il campo libero al sangue buono ricco di nutrimento (arterioso) e se questo vuol entrare lo stesso in questo angusto spazio, ci si trova che qualcosa deve modificarsi… Avete presente il problema dell’Emicrania? Spesso curata con “vasocostrittori” (se lo scarico “non funziona correttamente”, i vasi a monte si ingrossano perché si congestionano … ed alcune strutture soffrono per la compressione, altre per la mancanza di ossigeno, altre per “intossicazione” da sostanze di rifiuto del metabolismo cellulare) Thò guarda… Pazienti che soffrivano di Emicrania, riferiscono un miglioramento dell’emicrania dopo aver ripristinato il corretto funzionamento delle Vene Carotidee (con PTA o con Angioplastica, poco importa)
Però, adesso, occorre fare un rapido “rewind”
Avevamo iniziato il discorso parlando di un video in cui si è mostrato come, nei grossi vasi, sono presenti dei “piccoli vasi” (microcircolazione) che a loro volta NUTRONO i grossi vasi… Adesso facciamo un rapido parallelo al discorso “bidet/cervello”, e proviamo a pensare a cosa succede in analoghe situazioni alle pareti dei grossi vasi quando, analogamente al bidet/cervello, non c’è il corretto apporto, o il corretto drenaggio, e/o le difficoltà di apporto da congestione causata da mancato drenaggio.
Capite che un grosso vaso NON può rimanere sano senza una corretta microvascolarizzazione delle sue pareti? [per rendersi conto, anche “visivamente” di come significa, consiglio di visionare questo bellissimo documento del Corso di Radiologia Medica dell’Università di Ferrara:
http://www.unife.it/medicina/radiologiamedica/insegnamenti/anatomia-istologia-e-genetica-umana-nelle-scienze-radiologiche/modulo-di-anatomia-umana-di-base/3_vasi
Adesso pensiamo a “cosa” si desidererebbe ottenere con un’angioplastica/PTA… Si desidererebbe che il colletto di un maglione infeltrito… tirandolo, ritornasse come nuovo? Provate a farlo con il colletto di un Vostro maglione infeltrito… Tirate… e dopo aver udito un “creeep” indossatelo come facevate prima.
È tutto a posto? Funziona come prima (quando era nuovo)?