Oggi torno a parlare di cose che ho notato, e che da un bel pò di tempo, mi stanno particolarmente a cuore.
Sappiamo benissimo tutti noi che passeggiamo su queste pagine di Fb, e su siti che trattano l’argomento, cosa sia e soprattutto che impatto invalidante ha su ogni uomo o donna la Sclerosi Multipla.
Sappiamo altresì che, allo stato attuale cure valide e definitive per questa maledizione non ce ne sono (a dispetto di chi continua a promuovere diete a base di curcuma, limoni e derivati, in maniera alquanto superficiale e scriteriato, per mero interesse personale).
Sappiamo, se ce ne fosse bisogno lo ripeto per l’ennesima volta, che le terapie, soprattutto per le forme progressive della malattia, sono costituite da farmaci cosiddetti “palliativi” (Comi, ipse me dixit).
Premesso tutto ciò, ho assistito nei mesi di ottobre e novembre ad una campagna mediatica, su alcune pagine di Facebook, fatta da un avvocato di Terni, direttore di un’Università con un nome molto simile ad “Ora et labora” (personalmente non ho mai saputo, mia ignoranza, dell’esistenza di un’Università a Terni, e soprattutto con tale aulico nome), che diceva di aver trovato la cura alla Sclerosi Multipla.
Al momento la curiosità e l’irrazionalità ha avuto il sopravvento, e sono andato a leggere gli articoli stupefacenti di codesto avvocato, oltre che a guardare le sue conferenze stampa con 5 spettatori.
Mi hanno fatto tenerezza gli elogi, lo stupore, la meraviglia, di tanti fabbricanti di notizie farlocche frutto non di esami, riflessioni accurate, ma semplicemente frutto i volgari e squalificanti “copia e incolla”.
Si sono sprecate le esortazioni “Vai avanti”, piuttosto che “Sei un grande”, o lo più stupefacente “Wooowwww”.
Agli occhi di un neodiagnosticato, questa sceneggiata melodrammatica, imbastita da questi due signori, significa l’uscita da un tunnel che per lui potrebbe sembrare molto breve. Niente di più falso.
Mi sono ricordato, a questo punto, le parole del dottor Massimiliano Calabrese, proferite ad Este, e riportate nello SPECIALE ESTE che si può vedere nella sezione degli “speciali” del sito www.scleroweb.it, che ha detto che se lui avesse scoperto la cura per combattere la Sclerosi Multipla, avrebbe per prima cosa rivenduto il brevetto della sua scoperta ad una casa farmaceutica, facendoci qualche miliardo di euro, aspettato, dopo 4 o 5 anni, il premio Nobel (qualche altro centinaio di migliaia di euro e l’immortalità). Solo dopo, probabilmente, avrebbe convocato qualche conferenza stampa per illustrare la sua ricerca. Chiaro?
Una scoperta come quella di cui stiamo parlando, consegna chi avrà la fortuna di farla all’immortalità, e farebbe tanto rumore da non avere a disposizione cuffie acustiche adeguate all’occorrenza.
Adesso, dopo due mesi, di questo signore umbro non si sente più nulla. Potenza della bufala?
Non lo so, ma noi cercheremo di mettere in guardia tutti i malati da notizie del genere, che addirittura Novella 2000 si rifiuta di riportare.
Mario Fantasia